mercoledì 8 gennaio 2014

Il primo papato

Il Cristianesimo nacque in Palestina ed ebbe una celebre diffusione. In un primo momento il credo era tenuto in segreto perché proibito, in seguito, però, divenne la religione ufficiale dell'Impero e si diffuse anche tra i barbari conquistatori. Moltissime tribù, infatti, abbandonarono il loro credo politeista ed abbracciarono la fede cristiana. La religione cristiana in poco tempo crebbe di numero e di potenza, grazie anche all'apertura in tutta l'Europa di chiese e di monasteri. La nuova situazione politica vedeva un'Europa non più unita sotto un impero, ma frazionata in una miriade di regni, che, però condividevano il credo in un solo Dio e nell'uomo che lo rappresenta in terra. Secondo i testi evangelici, infatti, Dio, attraverso il Figlio Gesù Cristo, aveva affidato a Pietro le chiavi del Regno dei Cieli e, conseguentemente, a Pietro andava il primato su tutta la Chiesa. Ora, dato che Pietro, all'epoca della sua morte, era vescovo di Roma, si ritenne che al vescovo della diocesi di Roma dovessero andare i poteri su tutta la Cristianità. Con il trascorrere del tempo, il vescovo di Roma assunse il nome di Papa, ossia di “padre” e significò il capo supremo della Chiesa cattolica romana. In un primo momento, il Papa deteneva il solo potere spirituale. In seguito, anche in conseguenza del fatto che mancava un efficiente potere politico in Europa, assunse anche il potere politico, dapprima su un territorio esiguo, in seguito su tutta quanta l'area centrale dell'Italia. È da dire che sino all'XI secolo i pontefici esercitavano il potere temporale in nome di vari monarchi cristiani, ma ciò non toglie che erano gli effettivi reggitori dell'Italia centrale. Il papa, quindi, giunse ad avere due poteri: il potere politico nella parte centrale dell'Italia e quello spirituale in tutta l'area europea occidentale.
Uno dei massimi papi della Cristianità fu sicuramente Gregorio Magno, il cui pontificato durò dal 590 al 604. Egli si prodigò al fine di convertire gli Angli ed i Longobardi. Introdusse una parte della disciplina monastica, a cui aveva appartenuto, nell'amministrazione papale. Concesse privilegi speciali ai benedettini e impose agli ordini l'obbligo dell'osservanza di tale regola, introdotta nel 529 da San Benedetto per dare ordine e disciplina alla vita monastica. In patria, Gregorio suddivise le rendite della Chiesa in maniera equa tra i vescovi, il clero, i poveri e gli edifici della chiesa. All'estero, invece, diede avvio ad una vasta opera missionaria. Egli si fece paladino delle lotte contro i pagani e gli eretici in Gallia, in Italia, in Sicilia e, persino, nell'Africa Settentrionale. Gregorio è conosciuto, inoltre, per la sua opera di conversione in Inghilterra. Gli Inglesi, infatti, erano divenuti pagani dopo il 422 d.C., quando le truppe romane ritirarono le proprie legioni, favorendo l'entrata di popolazioni barbaro – germaniche. Solo le regioni più lontane delle isole britanniche come l'Irlanda, il Galles e la Scozia, mantennero la religione cristiana perché non furono interessate dall'invasione. Gregorio risolse la situazione inviando il grande missionario Agostino, che compì con successo la sua mansione. 

Nessun commento:

Posta un commento