mercoledì 12 settembre 2012

Karl Mannheim


Karl Mannheim (1893 – 1947), filosofo e sociologo ungherese, si laurea con lo scritto L'analisi strutturale dell'epistemologia, nel 1922. Dal 1925 al 1933 fu insegnante all'università di Francoforte. Con l'avvento del nazismo fu costretto a trasferirsi a Londra, dove insegna sino alla morte.
Tra i suoi scritti principali abbiamo: Ideologia e utopia, del 1929; Uomo e società in un'età di ricostruzione, del 1935; Diagnosi del nostro tempo, del 1944; Libertà, potere e pianificazione democratica, del 1950 e Sociologia sistematica, pubblicata postuma nel 1957.
Karl Mannheim interpreta la sociologia della conoscenza in senso storicistico legandola alla attuale “costellazione” della nostra civiltà.
I fattori più determinanti di questa “costellazione” sono la scoperta da parte del pensiero della relatività delle proprie posizioni e il fatto che la coscienza tende ad attuare un proprio “smascheramento”.
In altre parole, la sociologia della conoscenza si presenta in maniera molto più complessa rispetto alla scoperta del carattere ideologico della coscienza. Ed infatti, con quest'ultima si pensava di aver acquisito un'arma invincibile di lotta contro l'ideologia delle classi dominanti.
In realtà, invece, si è realizzato un processo che ha portato a ritorcere quell'arma contro le classi subalterne, mettendo in luce il carattere ideologico delle loro posizioni. In tal modo, diviene essenziale il problema di uno smascheramento “totale” delle ideologie contrapposte capace di riferirle all'intero essere sociale che le sostiene.
Questo problema porta ad una progressiva dissoluzione della concezione unitaria obiettiva del mondo in due direzioni tra loro opposte: da un lato l'ideologia come funzione conservatrice dello stato reale della società, e dall'altro l'utopia come funzione di rottura rispetto alla condizione sociale esistente.
In tal senso tocca alla sociologia della conoscenza giungere al massimo punto di scientificità possibile; promuovendo realmente una sorta di democrazia pianificata dove spetta agli intellettuali indicare le linee di azione scientificamente fondate e diverse da quelle semplicemente ideologiche ed utopiche.

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