La scuola eleatica,
il cui massimo rappresentante fu Parmenide, operò tra il IV – V
secolo a.C. e venne fondata ad Elea, una colonia greca dell'antica
Lucania, oggi comune di Ascea, nel Salerno.
Fu
un circolo presocratico ed ebbe come esponenti Zenone di Elea,
Melisso di Samo e Senofane di Colofone. Quest'ultimo, considerato da
molti storici della filosofia il fondatore della scuola, sviluppò
una critica all'antropomorfismo, che venne portata a compimento da
Parmenide con l'elaborazione del concetto di essere. In realtà, non
si hanno prove certe su chi sia stato il caposcuola. Le poche
conoscenze che abbiamo di questo circolo filosofico sono tutte
indirette e provengono dai testi di autori del tempo di Parmenide.
Senofane
di Solofone fu il primo pensatore che criticò chiaramente il sistema
antropomorfico greco e, con esso, tutto quanto l'impianto mitologico
espresso neelle opere di Omero e di Esiodo. Parmenide elaborò
ulteriormente la concezione di Senofane e la sviluppa in senso
ontologico, gnoseologico e linguistico.
In
seguito, la scuola si concentrò su tematiche principalmente
eristiche e retoriche. Molto probabilmente perché i contemporanei,
ritenendo offensive le dottrine professate da questi filosofi, ne
censurarono il pensiero.
Le
speculazioni eleatiche non cessarono di esistere, ma confluirono
all'interno dell'Accademia platonica e ne divennero i capisaldi del
sistema filosofico metafisico.
Gli
Eleati rifiutavano un sapere che si basasse sui sensi e davano
validità epistemologica a quelle conoscenze che derivano da premesse
chiare ed evidenti.
Le
dottrine principali della scuola eleatica criticavano le teorie dei
filosofi naturalisti di Mileto, che spiegavano l'esistenza del tutto
mediante degli elementi primari. Basta pensare a Talete con l'acqua o
ad Eraclito con il fuoco e il suo perpetuo movimento. Per gli
Eleatici, invece, a fondamento del Tutto si aveva un principio
unitario ed universale. Esso è l'essere, che, in quanto immutabile,
immobile, eterno ed increato, non poteva essere colto mediante i
sensi, sempre mutevoli e contraddittori, ma per mezzo del pensiero.
Solo quest'ultimo poteva far giungere alla conclusione che a
fondamento del tutto si ha l'Essere e che Tutto è Uno. L'essere,
inoltre, essendo eterno, è ingenerato. Se fosse il contrario,
bisognerebbe ammettere che l'essere provenga dal non – essere. Ma,
in quanto non – essere, nulla può provenire da esso. Anzi, proprio
perché non è, di esso non può essere detto nulla. Ed infatti, di
ciò che non è non si può parlare, perché risulta impossibile
discutere di ciò che non esiste.
La scuola di Elea
sviluppò un modo di argomentare che fu alla base della nascita della
logica occidentale.
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