lunedì 4 giugno 2012

La pedagogia di Komensky.


Komensky latinizzato in Comenius nasce in Moravia nel 1592 e muore ad Amsterdam nel 1670. Filosofo e pedagogista, appartenente alla chiesa dei fratelli boemi, ovvero ai Fratelli della legge di Cristo, formatasi sotto la tradizione hussita. Questa chiesa predicava l’austerità dei costumi, il ritorno ad una chiesa umile e povera e la tolleranza religiosa. Nel 1467 tale chiesa ruppe definitivamente il suo legame con Roma. Fra le opere di Comenio che ebbero più larga fortuna si ha Janua linguarum reserata, Pansophiae prodromus, Didactiva Magna, Orbis pictus, Lux in tenebris, Angelus pacis, Via lucis
Comenio, mosso da una forte aspirazione religiosa, si impegna in un programma che non si stanca mai di proporre ai capi di governo di promuovere istituzioni scolastiche aperte a tutti. Ciò allo scopo di giungere non solo ad una diffusa educazione, ma anche ad un nuovo sapere che superi le distinzioni politiche e religiose, offrendo gli strumenti per dare all’Europa e a tutta la cristianità una nuova unità culturale e spirituale. 
La sua Didattica vuole essere un’opera utile al rinnovamento della cristianità, dopo la devastazione anticristiana. Rinnovamento che si rende possibile solo aprendo scuole in ogni città, paese, villaggio e comunità. A questa politica di diffusione di nuove istituzioni accademiche bisogna unire un metodo che permetta a tutti coloro sotto i 25 anni di imparare in maniera semplice e senza eccessivi sforzi. Contro un metodo scolastico astruso e spesso inutile, Comenio indica un nuovo metodo che unisce educazione e sapere enciclopedico; un metodo, quindi, che si adatta, nell’insegnamento, all’ordine naturale delle cose e che sia idoneo all’età degli studenti. Il metodo da lui prospettato valorizza la conoscenza diretta e il ruolo di essa nella costruzione del sapere. Tale idea Comenio la prende da Bacone, con cui, però, entra in polemica perché questo metodo non permette di conoscere le profonde strutture della realtà. Quindi escogita un nuovo metodo che prende il nome di sincritico: esso non risolve l’oggetto nei suoi principi mediante l’analisi, e nemmeno nella sua totalità mediante la sintesi; bensì l’oggetto dato viene paragonato ad altri simili, in maniera tale da conoscerne meglio gli effetti, le parti e le cause. Mediante la connessione, il paragone, l’uomo riesce a comprendere la ragione delle cose realizzate nella creazione (ectipo) e che sta all’uomo imitare e seguire (antitipo). L’unità del sapere non si costituisce quindi in modo arbitrario, ma ripercorre l’unità profonda e l’armonia che regge il mondo. Si ha la Pansophia, che sintetizza tutto il sapere: naturale, artificiale, morale e religioso e che deve essere insegnato con una certezza simile a quella matematica, in maniera tale che non vi sia alcun dubbio in ciò che si ha acquisito. Altro aspetto particolare della sua pedagogia è l’importanza data all’insegnamento delle lingue a scuola. La lingua costituisce tutto il complesso delle conoscenze umane poiché tutte le persone si esprimono con le parole. Le parole però non devono essere insegnate in maniera disgiunta dall’oggetto designato; la connessione tra parola e oggetto evita infatti l’insegnamento di una lingua confusa e poco chiara.

Nessun commento:

Posta un commento